Coronavirus, anche dall'Oms consigli e indicazioni contraddittorie
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Direttore: Alessandro Plateroti

Coronavirus, i consigli (spesso contraddittori) dell’Oms che naviga a vista. Come tutti

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Emergenza coronavirus, i consigli contraddittori dell’Oms, gli errori di valutazione (in parte comprensibili) e i ritardi.

Coronavirus, gli errori di valutazione dell’Oms. Partiamo da un presupposto: il nuovo coronavirus, il Covid-19 ha colto tutti alla sprovvista. Ha fatto la sua apparizione come d’incanto, è stato probabilmente sottovaluto nelle fasi iniziali della diffusione, l’allarme probabilmente è stato lanciato in ritardo e così la comunità scientifica si è trovata costretta a rincorrere. Non il massimo. Anche l’Oms, il faro internazionale per quanto riguarda la sanità, ha dovuto ritrattare in diverse occasioni la sua versione, cambiando in maniera anche contraddittoria i consigli da seguire e i modelli da adottare.

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Oms, Organizzazione mondiale della sanità
https://it.wikipedia.org/wiki/Organizzazione_mondiale_della_sanit%C3%A0#/media/File:Flag_of_WHO.svg

Emergenza coronavirus, i consigli (spesso contraddittori) dell’Oms

L’Oms, come tutti, è partita con un colpevole ritardo. Ancora il 14 gennaio, quando il coronavirus era ormai un problema evidente in Cina, Ghebreyesus faceva sapere su Twitter che non c’erano le prove della trasmissione da uomo a uomo. Le prove sarebbero arrivate di lì a poco e avrebbero presentato un conto salatissimo.

Poi, rispetto ad altre istituzioni, l’Oms ha guadagnato il terreno perduto invitando tutti alla massima prudenza e avvertendo che la la chiusura delle frontiere, aeree e terrene, non avrebbe evitato la diffusione del nuovo coronavirus. E in effetti l’Italia ha fermato il traffico aereo con la Cina ma non si è salvata dalla pandemia, anzi.

Lanciato l’allarme, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha iniziato a navigare a vista lanciando allarmi sparsi e dando consigli non sempre coerenti tra loro.

Uno dei primi nodi, ancora non del tutto risolti, interessa l’uso delle mascherine, presentate inizialmente come uno strumento di prevenzione assolutamente inadatto e inadeguato, poco o per niente utile, e poi consacrato come uno degli strumenti caldamente consigliati per limitare il contagio.

Per quanto riguarda i tamponi le cose non sono andate meglio. Il primo consiglio era stato quello di controllare solo i soggetti sintomatici. Il senno del poi avrebbe dimostrato che si sarebbe trattato di un errore anche abbastanza grave – ma in qualche modo comprensibile. La soluzione promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità diventa quindi quella contraria, ossia di fare quanti più tamponi possibile.

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Anche sulla fase 2 la strada consigliata non sembra propriamente chiara

Ultimo in ordine di tempo l’elogio al modello svedese, indicato come un esempio da seguire per il ritorno alla normalità. Interessante, se non fosse che il modello svedese è quasi antitetico rispetto a quello cinese, elogiato per settimane. Se la Svezia ha affrontato e sta affrontando l’emergenza sanitaria in maniera abbastanza soft – non imprudente, sia chiaro -, la Cina ha optato per chiusure di massa, restrizioni rigidissime, regole ferree. Insomma, da quale parte dobbiamo guardare per provare a capire cosa fare?

Le accuse di Trump all’Oms

Non sorprende che l’Oms sia diventato, insieme con la Cina, un capro espiatorio tirato in ballo da molti. Uno su tutti il Presidente degli Stati Uniti Donald Trumo, che è arrivato addirittura a tagliare i fondi destinati all’Organizzazione Mondiale della Sanità. Un gesto forte e che inevitabilmente ha fatto discutere. The Donald ha accusato l’Oms di aver coperto la Cina nella prima fase dell’emergenza e di continuare ad alleggerire le responsabilità di Pechino.

Scarica QUI la guida con tutte le precauzioni da prendere per limitare il contagio da coronavirus.

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ultimo aggiornamento: 2 Maggio 2020 10:11

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